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LE OPERE IN MOSTRA
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MOATAZ NASR
Alessandria, 1961. Vive e lavora al Cairo
Premiato nel 2001 con il Gran Premio del Nilo alla Biennale del
Cairo (curata da Ahmed Fouad Selim), Premio Rivelazione nel 2002
alla Biennale di Dakar, presente alla 50° Biennale di Venezia
nella mostra Smottamenti/Fault Lines, curata agli Arsenali da Gilane
Tawadros,, è fra i protagonisti più rappresentativi
della scena africana contemporanea, testimone del cosiddetto "surrealismo
moderno".
Artista eclettico, pittore astrattista nella versione "privata",
nelle grandi mostre pubbliche predilige il linguaggio video inserito
in suggestive installazioni.
Dopo l'11 settembre, che ha generato una serpeggiante diffidenza
occidentale nei confronti del "diverso" islamico, nascono
le prime installazioni di Moataz: The letters (Lettere), dove un
cumulo di formelle in ceramica con i caratteri dell'alfabeto arabo
incarnano una lingua spregiata, messa nell'angolo; The water (Acqua),
in cui l'immagine di volti materializzati in una pozzanghera e lacerati
da uno stivale si riflette sul pavimento allagato, rivestito di
plastica trasparente, e restituisce al visitatore l'impressione
di partecipare all'azione documentata.
Ed i frame-still da The water ritraggono volti diversi, piu' o meno
trasformati dall'impurita' dell'acqua, dalla sua trasparenza e dalla
sua nitidezza: metafora della fragilita' della condizione umana
ma anche gioco espressionista di fusione e contaminazione tra figura
e sfondo.
An ear of mud, another of dough (Un orecchio di fango e l'altro
di pasta) è un'opera scenografica costituita da centinaia
di orecchie d'argilla e di pasta di pane attaccate alla parete,
ispirata ad un proverbio africano traducibile con l'italiano "fare
orecchie da mercante" e nato da una storiella moraleggiante
(
Un giorno Goha tornò a casa allegro come al solito,
quando la moglie - intenta a preparare il pane - cominciò
a lamentarsi. "Ahhh, in questa stamberga manca tutto! i tuoi
figli mi fanno disperare... e non sbriciolare!" - urlò
a Goha, e lui - annoiato già dalla litania - prese una manciata
di pasta di pane ancora molliccia e appiccicosa e la attaccò
ad un orecchio, andandosene in cortile. La moglie, senza perdersi
d'animo lo seguì, continuando "ahhh, non si può
andare avanti così! parla tu con i tuoi figli! devo sempre
fare tutto io...". Goha allora raccolse da terra un po' fango
e lo attaccò all'altro orecchio. "Sì, sì..."
- annuiva guardando la moglie e, mentre lei ancora gridava, lui
sorrideva beato, con le sue orecchie coperte dal fango e dalla pasta
di pane.)
La video proiezione The Echo del 2003, , sul tema della necessità
dei cambiamenti sociali, mette a confronto una sequenza del popolare
film egiziano del '69 Youssef Chahine con la stessa scena ambientata
nel 2003, in cui una donna pronuncia le medesime parole, attestando
che "that nothing has improved, on the contrary, everything
has got worse" (Moataz Nasr).
Il recente Tabla o Le stoviglie vuote fanno più rumore è
un'installazione composta da un video e da centinaia di caratteristici
tamburi egiziani modellati in argilla nera del Nilo: alcuni,equipaggiati
con piccoli amplificatori, "rispondono" agli avvenimenti
del video, in cui un percussionista anonimo suona musica tradizionale
secondo quindici ritmi diversi, che esprimono un intero spettro
di emozioni. Tabla esamina le relazioni fra voci pubbliche e private,
fra cultura alta e cultura popolare, giocando anche sul contrasto
di materiali: la bellezza del tamburo intarsiato di madreperla del
video e la rozzezza dei tamburi di terracotta.
Opere inedite di Moataz Nasr sono nela mostra Le Opere e i Giorni
alla Certosa di Padula (What's in between) e a S.Gimignano nella
manifestazione Arte all'Arte, entrambe a cura di Achille Bonito
Oliva. Nel 2004 Martina Corgnati ha curato un catalogo ragionato
dell'intera produzione dell'artista.
http://www.moataznasr.com/
http://www.riccardoartivisive.it /
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