TANGENZE
EMOZIONALI. Opere di Irene Petrafesa
A cura di Giusy Caroppo
Barletta,
Punto Einaudi
Il
Punto Einaudi di Barletta inaugura una stagione di eventi d'arte,
musica, poesia ed iniziative sociali ospitando la pittura d'impianto
classico di Irene Petrafesa.
Costruita su due livelli - l'emozione ed il contingente - l'opera
è il prodotto dell'evocazione di spunti reali in cui l'artista
si è imbattuta, sedimentati nella memoria: infinite linee
di fuga parlano di paesaggi urbani ed industriali fatti di fabbriche
e gru, mentre la figura umana diviene soggetto più recente
per alludere alla "precarietà ideologica" contemporanea.
Vernissage:
domenica 25 giugno alle ore 20.00.
La mostra resterà aperta sino a 12 luglio 2006.
BIOGRAFIA
DI IRENE PETRAFESA
IRENE
PETRAFESA nasce a Bari nel 1952.
Vissuta in un ambiente familiare incline all'arte a tuttotondo per
passione, intensifica l'attività negli ultimi anni.
Tra le mostre collettive si segnala la partecipazione alle
Fiere d'arte nazionali di Bari, Montichiari, Padova, Reggio Emilia
e Forlì; la recente esposizione Free trail al Centro d'Arte
San Vidal di Venezia; i riconoscimenti in Terra di Puglia tra i
quali il Premio Barletta Provincia ed I premiati di Arte e Poesia
a Barletta; Le noci D'oro a Noci, Bari; la manifestazione Culture
a Confronto a cura dell'Associazione G. De Nittis tra Trani e Barletta,
durante la quale dona il dipinto "Ciminiera 1" per il
nuovo Museo permanente di Arte contemporanea Quadreria del Castello
Svevo " Trani-Bari ".
Si classifica ai primi posti al Premio Sanremo 2000, al Premio
Arte Mondatori a Milano ed al Gran Prix dell'Adriatico a Riccione.
Tra il 2001 e 2002 partecipa al Roma New Age" al Palazzo delle
Esposizioni, aggiudicandosi il Premio della critica, e a Le grandi
mostre a Roma, rassegna internazionale a Palazzo Barberini.
Acquisisce la menzione di "Artista europeo" nell'ambito
dell' Art Summer New a cura della Comunita' Europe Helsinki-Finlandia
ed espone in ambito internazionale in eventi artistico culturali
a Tenerife in Spagna, alla Fiera di Salisburgo, alla mostra Away
game"alla Sendai Mediateque in Giappone.
Tra le mostre personali ed itineranti, che sintetizzano il
percorso creativo dell'artista tra il 2001 e 2006, si menzionano:
Fossili, Realta' non conforme , Mediterraneo, Frammenti Metropolitani;
Ciminiere. Suggestioni della memoria.
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Titolo:
TANGENZE EMOZIONALI.
Opere di Irene Petrafesa
A
cura di:
Giusy Caroppo
Luogo:
PUNTO EINAUDI
C.so G. Garibaldi, 129 - 70051 Barletta
Durata
mostra:
25.06.2006 - 12.07.2006
Inaugurazione:
Domenica 25 giugno 2006 - h. 20,00
Orari:
Ingresso libero, tutti i giorni feriali dalle ore 9.30/13.00 alle
17.00/21.30
Informazioni:
Punto Einaudi, Barletta
telefono:
+ 39 0883533355
fax:
+ 39 0883337982
e.mail:
angelapiccolo@libero.it;
antonella_piccolo@libero.it
Ufficio
stampa e immagini:
Maria Grazia Taddeo
e.mail:
mariagrazia.taddeo@libero.it
telefono:
+ 39 3483344678
press room:
www.ecletticaweb.it (evento:
tangenze emozionali)
Organizzazione
ed allestimento:
Eclettica_Cultura dell'Arte, Barletta
e.mail:
info@ecletticaweb.it
web site:
www.ecletticaweb.it
Immagine
grafica:
Carlo Petrafesa
Web
site IRENE PETRAFESA:
www.irenepetrafesa.it
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TESTO
CRITICO DI GIUSY CAROPPO
La
pittura di Irene Petrafesa è costruita su due livelli, agli
antipodi e contigui:
l'emozione e il contingente.
È traduzione sintetica dell'attimo di identificazione accidentale
con tutto ciò in cui si imbatte, percorrendo la vita.
L'opera diviene prodotto squisitamente ingegneristico dell'evocazione
di immagini captate e sedimentate nella memoria; nasce in equilibrio
perfetto tra materia, spazio, ricordo, istinto; è ridotta
a tracce essenziali dal grafismo violento e rapido, stenograficamente
accennate con il manico del pennello quando l'impasto da intaccare
è grasso, leggermente increspato; sono segni secchi e decisi,
impressi nella pittura sfaldata, stesa instancabilmente con infiniti
passaggi, che pare declinare, ingannevole, verso un codice astratto.
Dal
costante timbro monotonale
- dei bruni e grigi o, più raramente, dal registro caldo
dell'ambra, degli aranciati -
la pittura di Irene Pretrafesa si dirama così attraverso
due direttrici opposte per consistenza materica:
un impasto che s'ispessisce o assottiglia fino a diventare rarefatto
e luminescente
lì dove ad emergere sono sagome ridotte ad ombre o impronte
e lo strato apparentemente gessoso cede il passo ad una liquidità
quasi gassosa.
Ricordano muri scalcinati, i fondi,
sui quali con forza animistica Irene Petrafesa costruisce la struttura
dell'opera:
infinite linee di fuga parlano di paesaggi urbani visti dal basso
o secondo una prospettiva panoramica e piatta, memoriale più
che concreta.
La
figura umana è lo spunto più recente.
Il tempo appare fermo, ma non assente. Passa
"Adagio" un uomo, o anacronistica parvenza di uomo,
si muove senza poggiare, statico, il cammino.
Fluttua e sosta nell'"Attesa", il "Passeggero a sinistra".
Sfuma nell'"Oscuro" "Percorso alternativo"
Porta con sé l'ombra di un bagaglio.
Ed il gusto di alludere - nei titoli - ad una precarietà
ideologica,
racchiusa ermeticamente nello sprazzo di un rosso da bandiera rossa,
allusione al presente,
è analogamente sintetizzato negli ampi ed oblunghi paesaggi
industriali delle "Ciminiere".
Irene Petrafesa riesce a far trasudare di poesia queste "istantanee"
mentali:
niente natura, ma un orizzonte buio e fumoso, opaco, un orizzonte
rotto da fabbriche e gru.
Un "Mare nero", tanto lontano eppure incombente:
non c'è fedeltà nella registrazione, impossibile decifrare
luoghi reali;
eppure è capace di dischiudere il campo dei vissuti immaginari
nascosti nelle nude rappresentazioni,
rifletterli senza alcuna presa di posizione sul mondo.
Disorientata
dall'emozione traumatica di un attimo,
incide sempre e nuovamente quella cicatrice rosso corallo,
come malinconica luce interiore che squarcia il flusso dell'esistenza.
Giusy
Caroppo
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