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Oggi come ieri l’io costringe il soggetto/oggetto artista a rifugiarsi in un mondo “altro”, fantastico, onirico, allucinatorio; lo guida alla lucida follia che diviene mania, ossessione, istinto; l’assenza di remore morali e di attenzione alle convenzioni sociali è delirio, come delirante è l’artista ironico, poliedrico, dissacrante.
Visionari erano già gli inventori dei bestiari medievali, sebbene è in pieno manierismo che esploderanno grandi personalità artistiche deviate, ribelli, trasgressive e visionarie.
Il romanticismo scopre «mauditisme» ed emarginazione, isolamento ed evasione.
Il Simbolismo ottocentesco annovera in maggior misura artisti dallo spirito inquieto :i visionari Gustave Moreau e Arnold Boecklin, sono i precursori di quel surrealismo che cercherà ispirazione dell’attività onirica della psiche umana, appena vivisezionata da Sigmund Freud.
L’io astrattista accantona il reale scegliendo il visionarismo di segni, colori e musica.
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